venerdì 12 agosto 2016

All'altro di voi.

Scelgo un pomeriggio senza velleità di fare, senza scopo, senza nulla. Un pomeriggio appena appena ventilato, il mare riesce a farsi strada fin qui con la sua brezza che agita le tende. Un pomeriggio come tanti, in quest'estate strana. Ma io dovrei essere abituata alle stranezze del destino. dovrei accoglierle con un'alzata di spalle o con un sospiro. E mi dibatto nelle cinghie dei ricordi e sono strette, non riesco a fuggire. Così i pensieri partoriscono parole e le parole mi conducono altrove. A quello che poteva essere e non è stato, a quello che si è rotto, come un giocattolo nelle mani di un bambino capriccioso.

L'altro di voi.


Andate ragazzi, andate figli.
Ma non staccate le vostre mani
tenetele avvinte, intrecciatele
come un cesto di giunchi e viticci
Le nuvole coprono gli occhi
oscurano il cielo ma dentro
nascosto c'è il sole, cercatelo.
Andate ragazzi, andate figli.
Scoprite lo scrigno serbato per voi
attingete alla fonte più limpida
senza che vi trascini nel gorgo
e offritela all'altro di voi che ha più sete
Scovate il rifugio al riparo dal gelo
dal caldo dall'odio dalla freccia crudele
e offrite un letto di foglie ammassate
all'altro di voi che non ha un letto.
Andate ragazzi andate figli.
Cuocete un pane tondo che sia ben dorato
tagliatelo a fette che profumi d'amore
e datene all'altro di voi che pane non ha
Andate ragazzi, andate figli.
Con le mani intrecciate, con gli occhi larghi
con le spalle dritte come l'orizzonte
che io seguirò, in silenzio, da lontano.


Claude Monet  (Impression, soleil levant) (1872

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