lunedì 4 luglio 2016

Stupefacente.

Stupefacente. Stupefacente la presunzione di se stessi che alcuni possiedono e alla quale sono incollati com'è attaccata una protesi dentaria - chiedo venia per la trivialità della figura, ma è incisiva -  alla gengiva. Mi imbatto sempre più spesso nel web, mondo sempre meno virtuale e sempre più consistente e affamato di reale, in brevi o lunghi monologhi di individui in preda a deliri di onnipotenza ( e qui, per fortuna, solidamente virtuale) che farneticano di " cancellazioni", di " pulizia" ovviamente riferendosi a ignari contatti, ritenuti rei di cosa? Ma di lesa maestà, lapalissiano! Alludendo gli improvvisati condottieri e fautori di se stessi alla latitanza di questi malcapitati fantasmi dai social. Più specificamente alludendo alla latitanza dalle  pagine dei suddetti condottieri, rien de rien, né like né commenti. E allora, via, scatta la punizione, una sorta di moderno giudizio ostracizzante che fa degli inconsapevoli, i novelli esuli del web. La cosa in sé è abbastanza ridicola, ne convengo, se non fosse che questi comportamenti, questa prevaricante concezione di sé, questa arrogante imposizione di una visione privilegiata di se stessi e del proprio pensiero, non si riflettesse - o non fosse il riflesso ingigantito dalle masse -  nei comportamenti degli uomini e delle donne della politica e del potere. Lamentela universale è quella che riguarda la superbia e l'arroganza di chi ci sta sopra, di chi manovra le nostre vite con scelte che,, spesso, non corrispondono a quelle volute da noi; ma nel recluso angolo del nostro spazio, davanti al pc, siamo smemorati, diventiamo tutti arbitri, tutti giudici, tutti manovratori, sprezzanti degli altri, fieri di noi stessi.  Da noi, in Sicilia, vige un antico detto (che traduco):"Il pesce puzza dalla testa". In questo caso, però, potrebbe essere ambivalente, il marcire del pesce, potrebbe dipendere dalle viscere e dalla pancia.oltre che dalla testa. Anche noi, come il potere, non resistiamo alle panie dell'autoincensamento e alla gratificazione di un elogio spettrale ed effimero com'è quello di chi, non ci  conosce in carne e ossa Uno specchio riflette perfettamente quello che vi si riflette. E forse è proprio questo inganno che aumenta l'autostima di alcuni: l'eterno mito di Narciso, il bellissimo giovane che rimirando se stesso nelle acque limpide, non s'accorge di annegarvi dentro.


Edvard Munch  "Il giorno dopo"  1895

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