sabato 23 gennaio 2016

Come l'amore è.

Come l'amore ai tempi del family day. O ai tempi del califfato nero. O dei fondamentalismi di ogni tipo. O dei governi che non si sa mai dove vogliano approdare. Come l'amore che è sempre amore, tra un uomo e una donna, tra due donne, tra due uomini, tra bambini, tra amici. Paterno, materno, fraterno, sororale. Assolutamente sbagliato o assolutamente perfetto.
Pare un secolo fa, e in effetti era il secolo scorso, che all'amore  si attribuivano miracoli, era quello con l'A maiuscola, il sentimento per eccellenza. Ed era a questo sentimento che si dedicavano languori cantati e poesia altissima; c'eravamo abituati ai voli pindarici, c'era una letteratura millenaria dove l'amore era stato sezionato, frammentato e, solitamente, era quello che fluiva impetuoso, ardente, sensuale o, nei trascorsi secoli, purissimo, tra due giovani di sesso opposto. C'erano, anche allora, le eccezioni, ricordo il disagio del mio vecchio e bravissimo professore di greco, al liceo, quando gli fu d'obbligo intrattenerci su Saffo, un rossore violaceo gli tingeva le irsute guance e le parole slittavano, mentre noi, ignare sedicenni, aguzzavamo l'udito e strabuzzavamo gli occhi, tra lo sghignazzo dei compagni maschi, già edotti dalla vita. Le letture fecero il resto e l'Amore si rivelò a me (a molte di noi) per intero, completo, tondo come un'arancia, simmetrico e armonico.
E oggi se ne parla e mi stupisce questo parlare, questo biascicare, da parte di molti, della opportunità di certi legami d'amore, come se l'amore potesse essere opportuno, razionale, logico e, magari, scientifico e selettivo. L'amore non ha connotazioni, non ha forme predilette, non ha codici, né codicilli. Vive e respira con noi ed è gioioso, se lo siamo noi; cammina libero, se noi siamo liberi.

Squassa Eros l'animo mio,
come il vento sui monti
che investe le querce.

Saffo, (fine sec. 7° - prima metà sec. 6° a. C.). frammento.



Edvard Munch  "Il bacio con la finestra"  1892

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