sabato 9 gennaio 2016

Bestie, due volte.

Ci sono le bestie bestie. Il termine bestia proviene dall'omonimo termine latino che stava a indicare tutti gli animali non addomesticati e quindi pericolosi per l'uomo. Da lì si è poi diffuso il costume, linguisticamente, di appellare con il termine bestia, qualunque individuo che agisca con stoltezza, brutalità, violenza.
I fatti di Colonia e di altre città sono riconducibili alle azioni brutali, volgari, schifosamente misogine di centinaia di uomini ( mi duole molto adoperare questa parola per indicare il genere maschile, nella fattispecie i criminali di Colonia, di Amburgo ). In quella drammatica notte molte donne, uscite di casa per vivere pienamente e gioiosamente il loro diritto alla libertà e all'emancipazione, si sono viste negare questo fondamentale diritto, cadendo tra le grinfie di bestie bestie. Due volte bestie.  Perché, incapaci di recepire qualsiasi evoluzione culturale e sociale, si comportano secondo i criteri che muovono gli esseri privi di raziocinio, seguendo gli istinti bestiali (delle bestie); e perché sono soggette, queste bestie, alla logica del branco e del capobranco, quindi bestie che seguono l'istinto, in branco e calpestando le orme del capobranco. La mia ovvia solidarietà va alle donne offese, il mio affetto è ancora più forte nei confronti delle mie compagne di sesso. A loro voglio solo dire di non cedere alla paura, di non provare umiliazione perché non ci si sente umiliati da una bestia che tenta di morderci o ci assale;  voglio dire di portare la loro femminilità come una bandiera, issata e sfolgorante sulle teste di chi vorrebbe calpestarla; di continuare a essere donne coraggiose, tenaci e sicure di se stesse.
Hanno tentato di tutto, nel corso dei secoli, ci hanno violate e arse sul rogo, ci hanno accusato di copulare con il diavolo,  ci hanno oltraggiate e mortificate. Hanno cercato di renderci deboli e spaventate, in tanti e da più parti lo hanno fatto. E abbiamo resistito, abbiamo percorso strade impervie, ma siamo arrivate, ci siamo anche noi. Ci siamo, noi donne, sempre. E non saranno alcune centinaia di bestie bestie a ricacciarci indietro.
In mio soccorso, a riscaldarmi il cuore arriva la Poesia, come spesso mi accade, amica discreta. Un incontro casuale sulla tv, una discussione felice su Dante. E al Sommo Poeta affido il mio pensiero, il mio amore per tutte le donne offese e oltraggiate.



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Ne li occhi porta la mia donna Amore,
per che si fa gentil ciò ch’ella mira;
ov’ella passa, ogn’om ver lei si gira,
e cui saluta fa tremar lo core,

sì che, bassando il viso, tutto smore,
e d’ogni suo difetto allor sospira:
fugge dinanzi a lei superbia ed ira.
Aiutatemi, donne, farle onore.

Ogne dolcezza, ogne pensero umile
nasce nel core a chi parlar la sente,
ond’è laudato chi prima la vide.

Quel ch’ella par quando un poco sorride,
non si pò dicer né tenere a mente,
sì è novo miracolo e gentile.

Dalla  "Vita Nova" 


Francisco Goya, Streghe in aria, 1797










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