domenica 7 giugno 2015

Umori sotterranei.

Frequentando il web, con una discreta assiduità (troppa?) mi rendo conto, ogni giorno sempre più, degli umori sotterranei che, attraverso i social, si rovesciano tumultuosi su di noi. Proprio come i fiumi ipogei che scorrono sotto alcune città -  a Catania, c'è l'Amenano che passa sotto casa mia e poi irrompe nella Piazza del Duomo, festosamente scrosciando in una antica vasca, detta "Acqua 'o linzolu" - questi umori scrosciano, zampillano, spesso erodono. Almeno, ci provano. E si intersecano pure, si ritrovano e si comprendono perché emanano lo stesso odore. Che non sempre è gradevole, mi capita di avvertire una scia di muffa, di acque stagnanti e la voglia di allontanarmi è forte, fortissima. Ma la curiosità è una bestiolina capricciosa e, si dice, che sia anche appannaggio privilegiato delle donne, e io donna sono, sì. Allora mi appropinquo, felpatamente, e resto a osservare e ad annusare. Ed è uno spettacolo, se non di raffinata eleganza, alcune volte divertente e pure istruttivo. Ci sono molteplici varietà di umori, quelli colorati, ad esempio, di verde bilioso, di rosso collera, di grigio cervello che fuma, di rosa confetto tutto è perfetto, di bianco neutro io non mi espongo, di nero tutto il mondo è uno schifo. A quest'ultimo colore, confesso di intingere, ultimamente sovente, il mio umore.  Ma oltre alla cartella colori, vastissima, c'è anche la sezione degli umori di gruppo (no, non amori!, anche se, a pensarci bene, mah) che sono quelli che mi intrigano di più. L'effetto che mi suscitano questi umori è quello di una catena o di un cerchio o di una bolla di sapone iridescente, anche sì. Se ne stanno tutti lì attaccati, collegati o reclusi, a scambiarsi opinioni, più o meno identiche, a fiondare il dito sul like, a condividere le medesime condivisioni. Sempre tra loro, che possono essere tanti, per carità; e se decidono di dare la croce addosso a un umore che non riconoscono, Ponzio Pilato dovrebbe arrendersi come allora. Bene, questa è la mia riflessione per oggi. Adesso vi saluto e vado a far scorrere il mio umore sotterraneo. Anche io ne ho uno.

Tito Angelini 1867 Fontana dell'Amenano Catania

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