venerdì 9 gennaio 2015

Anticonformista banale

La strage di Parigi, al di là delle riflessioni immediate che mi ha imposto quasi con violenza, me ne impone un'altra, di tono e forma più dimessi e meno drammatici. Nella malabolgia dei commenti, delle analisi, delle critiche che il fatto ha trascinato con sé, inequivocabilmente e ovviamente, spiccano alcune considerazioni interessanti. Alcune raffinate menti, perdutamente innamorate di filosofi e storici e romanzieri del passato (molti) e del presente (pochi); avvezze all'esegesi  più acuminata degli scritti di scrittori, di poeti e poetastri, di giornalisti e scribacchini; alcune di queste cristalline,  che dico! adamantine menti, si sono compiaciute di prendere le distanze, emotivamente, dalla tragedia. Scaraventando su coloro che, al contrario, avevano osato provare una partecipazione empatica, un sussulto di commozione, una briciola di umano spasimo, le taglienti stilettate delle loro frasi; e non si è salvato nessuno, tutti a cuocere nel calderone, come nelle vecchie vignette sui cannibali e sugli esploratori. Probabilmente, questi sagaci pensatori credono che sia banalmente ordinaria la risposta collettiva a certi fatti e io sono d'accordo con loro. Ci sono dei momenti nella nostra storia, personale e corale, che impongono la banalità di un commento, di un dolore condiviso, di un pianto: a un pugno nello stomaco, si reagisce piegandosi, è un gesto banale, ma lo si compie.
Quello che sfugge, però, ai succitati, squisiti, esimi cervelli,è che anche loro sono caduti nella trappola della banalità:con i loro commenti volutamente disincantati, con il loro fustigante sarcasmo, con la loro superiore visione degli eventi che non coincide mai con quella degli altri, non hanno saputo far altro che confermare le nostre aspettative. Prima ancora, infatti, di leggerli, sapevamo cosa ci avrebbero detto, a quali sottigliezze sarebbero ricorsi, conoscevamo già, a menadito, ogni sofisticata elucubrazione, ogni faticoso parto di altissima retorica al quale eravamo chiamati come spettatori. Banalmente, appunto, avevamo contezza del loro banalissimo anticonformismo verbale.

Michelangelo Merisi da Caravaggio - Scudo con testa di Medusa - 1597

1 commento:

  1. ognuno doveva dire qualcosa. Tutti dovevano ascoltare e commentare. Tre giorni di tensione. Domani sarà tutto dimenticato e le parole buttate al vento nessuno le ricorderà. Chi ha proposto di consentire maggiore istruzione, possibilità di lavoro, eliminazione dei ghetti? tutti a dire che questi personaggi devono essere eliminati come neve al sole.

    RispondiElimina

Lettori fissi