lunedì 17 febbraio 2014

Rifletto sul Rottamatore. E sull'Italia.

Incoronato! Habemus premier! Per la verità, il terzo nel giro di poco più di due anni e tutti e tre messi sul trono del Governo dalla volontà non del popolo. Che dovrebbe essere "sovrano" e invece, come sempre resta suddito e subisce. E va bene, allora stiamocene zitti e stiamo a vedere quello che succede. Certo è che noi italiani siamo imprevedibili, non ci facciamo mancare niente: riempiamo dapprima, con i nostri voti, il Parlamento di gente con qualche problemuccio da risolvere con la Giustizia e subito strilliamo che è uno scandalo; ci affidiamo al vociare di qualche capopopolo e diventiamo d'un tratto aggressivi e risoluti nel volere il cambiamento; andiamo (finalmente) al voto e non concludiamo un'emerita mazza. Il povero Freud avrebbe avuto un bel da fare per emettere una diagnosi, sospesi come siamo, da troppi anni, tra la voglia di affidare i nostri miseri destini a un padre-padrone e quella, esaltante, di riscattarci da lui. La sindrome degli adolescenti, un po' ribelli, un po' attaccati alle coccole di casa.
Ma ora pare che si sia a una svolta epocale, non più capelli bianchi e gesti paludati (Monti); non più volti rassicuranti di politici giovanili d'aspetto, ma con lo spirito di vecchio bacucco (Letta). No, no, ora è arrivato un giovanotto di belle speranze, in maniche di camicia, appassionato cultore della bici, al massimo di una Smart, veloce come un topolino impazzito nello smanettare sul PC (memorabile il video che lo ritrae alla tastiera, un portento); di modi cortesi, quando non gli vien fuori l'arguto sentire toscano e allora sono dolorose punture. Sì, è lui, il rottamatore, il sindaco (ex?) di Firenze, Matteo Renzi, piglio giocoso e volontà d'acciaio nella scalata verso i piani più alti.
Ho dato un'occhiata ai nomi del totoministri e mi sono stupita. A parte qualche eccellenza come Gino Strada che ha subito declinato (lo adoro), ho trovato tra i papabili molte personalità provenienti dal mondo dell'economia, top-top-top manager, molti politici di professione e di vecchia data, uno scrittore. Alessandro Baricco, amico del novello incoronato, il quale Baricco parrebbe, anche lui, avere rifiutato: peccato! avremmo potuto ritrovare la Cultura in un Oceano Mare o avrebbe potuto renderla leggera come Seta, chissà. Ovvio che scherzo, mi sembra tutto uno scherzo, quest'Italia senza nocchiero, quest'Italia che non ha più rotta da seguire, neanche quella, corretta, della democratica scelta affidata ai suoi cittadini. Uno scherzo triste, però.
Un' ultima riflessione e da questa un consiglio a Renzi e, soprattutto, ai media. Se le scelte dei ministri dovessero essere quelle che si sono, finora lette, che la smettano di usare il termine "rottamatore", perché l'età di molti va ben oltre l'agognata pensione di vecchiaia. O forse no, forse si può continuare ad adoperarlo quel termine: in fondo, si sta rottamando la Democrazia.

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