martedì 11 febbraio 2014

Riflessione sull'egoista. Tra bugia e utilità.

L'atteggiamento umano che più mi sconcerta (mi offende) è quello dettato dall'egoismo. Si suole dire spesso, troppo spesso, che si agisce in una specifica situazione o si interagisce con gli altri, protetti da un "sano egoismo". Come se il contrario, l'altruismo, fosse un sentire insano. Come se fosse un sentire da matti, da persone che vivono fuori dal contesto reale o che non riescono a integrarsi con esso e quindi a trarne profitto. Perché l'egoista tende sempre a trarre giovamento, per sé soltanto, da qualunque circostanza in cui si ritrovi a confrontarsi con altri. L'altro è un "potenziale" nemico da cui guardarsi, contro cui sguainare fioretto e pugnale. O ripararsi dietro lo scudo della menzogna. Sì, perché l'egoista è di sovente anche bugiardo. Per protezione, per salvaguardia dei propri beni materiali e spirituali. A me, che di un egoista si dica che possiede doti spirituali, pare un'iperbole; tutt'al più possiede la spiritualità di una faina o di un cuculo che scarica giù dal nido le uova altrui per permettere l'esistenza delle proprie. L'egoista non vede l'altro, non lo ascolta, non nutre interesse per lui. Egli sa parlare d'amore, oh sì, e manipola bene i cuori e li plasma come meglio gli aggrada, affinché soddisfino le esigenze che gli corrono precipitose dentro. Chi è in questa condizione, di egoismo appunto, vive appartato, spesso si isola, non ama la partecipazione.  Alcune volte viene definito un sognatore e non è del tutto errato ritenerlo tale. Riesce a condurre due vite parallele, a dare di sé due immagini. Anzi no, una sola. Quella che vuole che gli altri scorgano, la sua verità velata. L'altra è nuda e di lei ne è geloso custode.  Ho conosciuto persone che, di fronte alla sconfessione, messi con le spalle al muro, protestavano tra pietosi singulti,"se ho mentito, l'ho fatto per non nuocere di più, per non far del male." Perdonatemi, se tra chi mi legge dovesse capitare un egoista mentitore, ma non gli credo. Gli volto le spalle, con disprezzo e, forse, anche con una briciola di pietà.

Tamara de Lempicka    Portrait of Marquise "sommi"   -   1925












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