Sospesa
Sospesa
accanto a voi
torco le
caviglie sulle pietre
e vi corro
dietro
mille faville s’alzano in
volo
un muro di fuoco spento
Là al fondo
del tempo fermato
c’è il mare
che nessuno
vedrà ribollire
di vita asciugato
Perché
piovono sassi dal cielo
e lacrime d’acqua
nel lavacro di fango.
Neri corvi
frullano e s’abbattono
e ghermiscono
S’afferrano
e strappano
laboriosamente
assidui
ferocemente becchini
delle sepolture.
Calerà la
sera, calerà
la silenziosa ombra
Resterà un
frullare d’ali scomposto
Là in fondo
ci sarà il mare
del nostro ferragosto.
Sospesa vi
inseguo ancora
e voi parlate
I sassi
rotolano sotto i piedi scalzi
Vi chiamo
ancora
e poi non c’è altro.
John Everett Millais. "Ophelia" 1851 - 52
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