domenica 14 maggio 2017

Oggi e ogni giorno.

Non scrivo una lode alle mamme, madre lo sono anche io e non ho bisogno di lodi.
Oggi una mia amica ha scritto un post dedicato alle donne che non sono madri e mi è arrivato, questo sì, come un regalo. Perché essere madri, diventarlo non è una benedizione calata dal Cielo, non è un'offerta sacra, è solo una scelta e spesso anche un caso. E molte donne, nel passato e oggi, hanno scelto di non essere madri; e molte altre hanno scelto di esserlo; molte altre ancora lo sono divenute, fortuitamente, senza volerlo davvero e lo hanno accettato.
Non voglio parlare di quelle donne che hanno vissuto e vivono la maternità come un insopportabile fardello, di quelle donne madri che amano i figli di un amore corrotto dal male di vivere, dal disagio che provano guardandosi allo specchio, lo specchio deformante del sentirsi inadeguate, umiliate, come se percepissero il loro corpo violato. Sono donne irrisolte, fluttuanti ancora in un limbo oscuro di sensazioni infantili, di paure ancestrali, di angosce terribili. Per queste donne l'essere madri è il perseverare di un incubo, il proseguire nel buio atroce che si portano dentro,come una colpa.
Le altre, le giovani donne e anche quelle che giovani non lo sono più e che hanno scelto di non esserlo, quelle donne le amo particolarmente. Perché non sempre è stata una scelta di opportunismo o di libertà. Io la voglio chiamare una scelta, piuttosto, di libertà imposta: imposta dalla precarietà del lavoro, dall'impossibilità di progettarsi in un futuro, come donna che lavora e che è madre. Il tessuto sociale è uno straccio liso, sdrucito e non è facile vivere il proprio ruolo, già non è facile l'inserimento nel mondo dell'occupazione, essere poi mamme duplica e triplica e quadruplica gli sforzi e i bisogni. Le giovani donne di oggi,sono ruscelli prosciugati, sono praterie disseccate, sono alberi infruttuosi, E non è che ne siano contente, non tutte. Non quelle che non hanno scelto, ma sono state scelte da una società incrudelita e profittatrice.
Oggi penso alle madri che non sono più madri. Penso alle Madri di Plaza de Mayo, penso a tutte le mamme che non hanno avuto più i figli, scomparsi, uccisi, dimenticati da una giustizia che non è giustizia. E penso alle madri delle tante giovani donne uccise da chi avrebbe dovuto rispettarle e amarle. A queste madri e ai loro figli e alle loro figlie sono vicina, oggi e ogni giorno.


Pablo Picasso " Maternità, madre e figlio" 1903

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi