domenica 8 novembre 2015

Sfacciata giovinezza!

No, mi sono detta, non può essere, lui non è vecchio! Lui, il mio sogno erotico e non solo, il cavaliere ardente che mi portava via dalla fatica del vivere, lui con quegli occhi azzurri e ghiacciati come un lago alpino, che non riuscivano a celare le ombre di fragilità e solitudini.
Oggi compie ottant'anni lui, Alain Delon e non ci volevo credere. Ma poi mi sono messa davanti allo specchio e ho capito che il tempo è così, distratto, indifferente e scorretto, se ne va senza guardarsi dietro, senza vedere i guasti che arreca. Se ne va il tempo allegramente e porta via con sé colori e luci, lasciando tonalità incerte e segni incisi. Tutto scolora, tutto si fa opaco, il tempo stende un lenzuolo liso su ogni cosa. Ma non ha potere sui ricordi, quelli no,  restano e sembrano prendersi gioco del tempo. Perché lo eludono, gli scappano dalle mani avide. E Alai Delon resta l'uomo più bello che io abbia mai visto, e l'attore magnetico, fortemente carnale e, nella stessa misura, intenso, con un'interiorità selvatica che trasudava dai gesti e dagli occhi, sempre quegli occhi che perforavano i cuori e le fantasie di noi donne, impegnate eppure sognanti.
Rocco e i suoi fratelli, Il Gattopardo, L'eclisse, e poi ancora La prima notte di quiete, Borsalino e tenti altri,  ed era un appuntamento al quale non si poteva mancare. Come non mancammo, io e alcune amiche tutte deliranti come me, di recarci a Taormina (non ricordo l'anno, ma saranno circa quaranta) per scalare i gradoni del Teatro Greco - allora il David di Donatello veniva conferito in quella meravigliosa sede (oggi, si direbbe location, ma io sono d'antan) -  inerpicandoci senza badare agli abiti che si sgualcivano, forse avevamo tutte le minigonne e chi se ne fregava, allora, di mettere in mostra qualcosa in più, eravamo scatenate. E il cielo era nero e gli accendini brillavano come migliaia di lucciole in amore e Alain ci passò accanto, bellissimo e sorridente, con quel suo sorridere sempre un po' imbronciato che ci faceva venire subito sciami di farfalle nella pancia. Eravamo prossime allo svenimento, urlavamo e agitavamo gli accendini e poi lui raggiunse il palco. Ne parlammo per giorni, dimenticammo per qualche tempo tutto il resto.
Il tempo corre, tempo crudele sì. Ma la giovinezza, ah la deplorevole, sfacciata giovinezza non la può acchiappare!
Auguri mio sogno giovane, auguri Alain.


Michelangelo Antonioni  "L'eclisse"   1962

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