lunedì 17 dicembre 2018

Non c'è la neve.

Prima che arrivi il trambusto, prima che in quella notte io dimentichi, per una notte, ogni altra cosa. Ogni altro.


Non c'è la neve, il ciclamino
fiorisce
nel vaso sotto il limone
irraggiato
dai fili di seta del ragno
le ore non ballano nel
disco di legno
col gallo
sono corde protese
nel mare
gomene lanciate
alla spiaggia straniera
aspettano con me
quest'altro Natale.
Che sarà invadente
di voci di luci di canti
con cibo e giacigli
per le madri e i figli.
Le case accoglienti,
le porte serrate
a doppie mandate
terranno fuori
le ombre
le paure le angosce.
Faremo bevute
dai calici
e il rossore sarà
senza sangue
senza battiti strani
alle porte serrate
alle finestre sprangate.
Staccheremo i fiocchi
e le carte tra i piedi
com'è d'obbligo che sia,
rideremo di gioia vera
ragazzi bambini vecchi
vecchi giovani cuccioli
gireremo
tra aghi di pino
mentre nasce
un Bambino.
Sempre quello
aspettato
con pecore e stelle
- i più piccini avranno negli occhi
tremule fiammelle -
Ma sappiamo, oh se sappiamo,
che a notte finita col freddo che sale
dalle ossa di terra,
pietre diventano
i canti e le risa.
Sappiamo, oh se sappiamo
che fuori è ancora notte
per troppi, per tanti
che il mare è senza Natale
che oltre le porte serrate
c'è un altro Bambino
ed è sordo, ed è un male.



Vincent Van Gogh "Notte stellata"  1889











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