Ho bisogno
di dimenticare dove vivo
questa terra
di nequizie trionfali
di uomini
bugiardi sulle cattedre
sconquassate.
Di liberarmi
dei sipari tarmati
rigonfi di
parole e corpi ubriachi
di sé, ho
bisogno.
Di sfuggire
agli occhi morti della speranza
ai giudizi guasti
della bestialità
umana, ho bisogno.
Di lasciare ombre
di carezze
larve del passato
recente e antico
soffrire, ho
bisogno
E non nella luce
del mattino
Il telefono squilla
i muri sono echi
delle voci che
m’afferrano
E non nelle sere
ormai estive
Sconfinate aperte
sugli alberi
oscillanti di
segreti sotto la luna-
Di notte, irrompe
nella clausura
del letto, nelle
palpebre chiuse
La casa che s’arrampica
al cielo.
Il limone è sempre
là fiorito
di zagara graziosa
sul minuscolo
terrazzo quadrato
sospeso al viale
Il vetro riflette
i lampadari dipinti
dal tuo estro
E lo scialle
indiano ordinatamente
adagiato come
te,
sul divano
E sul tavolo
quella pianta dal fiore
strano e giallo
di cui non ricordo
il nome,
ritaglia un merletto
di sole.
Camminavamo insieme
e tu la
tenevi stretta
al cuore
Era l’ultimo
regalo che ti facevo
A te e alla tua
casa arrampicata
Al cielo.
Marc Chagall " La casa blu " 1917 - 20
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