sabato 4 aprile 2020

Mutamenti

Non so pensare al dopo. Non riesco a vedere con i miei occhi sfatti che hanno contagiato la mente. Ma so che ci saranno, per me, mutamenti.  E forse per altri.

Mutamenti    4 aprile 2020

Bivacco in questo accampamento
provvisorio - mi dico -
all’equo stringente tormento.
Non ci sono spazi radure d’alberi
cespugli accoccolati nel fitto
non ci sono rivoli salvifici,
ombre di sole o di luna
nel chiuso susseguirsi di ore.
Avverto le pulsazioni più acute
le nebbie umide degli occhi
le vertigini delle assenze.
So che verranno mutamenti
-sono in cammino, sul mio sentiero
franato sconquassato eroso -
Li aspetto sulla soglia in silenzio.
Sono mutamenti tutti i morti
sono mutamenti le solitudini
sono mutamenti le scoperte
dell’amore fraterno e pure
della fiducia tradita, in sospeso.

Ma tu, tu no. Tu no.
Tu non sarai mutamento
Occhi di luce lontana.
Stai bene, ti prego, abbi cura di te.
Metti la mascherina e i guanti
che questa primavera ci regala
Afferra il tempo tra le tue mura
assecondalo, sii gentile con lui.
Abbi pazienza e frena i pensieri.
Lascia solo che volino da me
lasciane liberi uno o due
per me, ché mi basteranno
e non avere pena per me,
per il mio fiato che ti pare affanno
o per tuo padre spericolato,
non essere chioccia con noi
anche se ci fa tepore
nelle stanze, questo tuo amore.

Scavalco quel muro giallo
abbatto i palazzi col bambino inquieto
-m’inquieta il suo piangere -
attraverso il cielo che oggi
ha poca pioggia nel ventre
e  forse qualche lama di sole.
Ti arrivo senza che tu mi veda
senza che tu te ne accorga
siamo insieme, siamo vicine.
Noi non avremo mutamenti del cuore.

Ma tu abbi cura di te, ti prego.




Claude Monet "Primavera"  1886

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